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Sposi al Museo
Sono sei le opere della mostra del Premio Lissone 2025 che entrano a far parte della collezione permanente del MAC.

The most interesting plants grow in the shade (2024)
acciaio / steel dimensioni variabili / variable dimensions
Ariel Schlesinger muove da una grammatica oggettuale e filosofica che si serve di elementi del quotidiano. Una forbice, la cui lama si trasforma in una chiave conficcata in una serratura produce un cortocircuito poetico e surreale.
L’artista agisce sugli oggetti con processi di trasformazione, interventi minimi ma dirompenti, in grado di disinnescare le funzioni abituali delle cose e restituirle come dispositivi aperti di senso, carichi di ambiguità e risonanze emotive.

Love (Whale) (2023)
acrilico e aerografo su tela / acrylic and air brush on canvas 140 × 100 cm
L’opera di Cecilia Granara si dispiega in un registro contrastante di abbondanza, sensualità e saturazione cromatica. Love (Whale) si sviluppa con tinte audaci e gesti espansivi che sembrano irradiare calore ed energia. Le sue tele fanno spesso riferimento alla mitologia, alla spiritualità e al rituale, intrecciati a frammenti autobiografici e incontri quotidiani. L’opera fa parte di una serie di dipinti di persone innamorate che si abbracciano all’interno di balene felici di precipitare insieme nel mare, come se fossero state inghiottite in un mito biblico.

L'estensione dell'alba (2022)
gessetti e carboncino su carta / chalks and charcoal on paper 100 × 70 cm
Il lavoro di Giuliana Rosso ruota attorno a fasi di transizione, in particolare la zona liminale tra adolescenza e età adulta. Il soggetto del dipinto incarna l’intensità brutale dell’angoscia adolescenziale: momenti di goffaggine, noia e leggerezza. Con linee delicate, tonalità smorzate e una sensibilità per l’atmosfera, le sue figure appaiono come incise sulla superficie della tela con una sorta di insistente tremore, testimoni di vite interiori che ci ricordano che l’adolescenza non è solo una fase fugace ma uno stato mentale ricorrente.

Untitled (2024)
tintura su tela / dye on canvas dittico / diptych 51 × 40,5 cm cad. / each
Il lavoro su tela di Landon Metz sembra non tanto dipinto quanto evocato: forme morbide, liquide, simmetriche, che affiorano per immersione, lasciando che il colore venga assorbito nel tessuto in modo organico, quasi rituale. L’opera presenta un linguaggio visivo ridotto all’essenziale, ma mai minimalista in senso dogmatico. Ogni elemento è frutto di un equilibrio tra intenzione e accadimento. La ripetizione e la pittura multipannello, così centrale nel suo vocabolario, non sono mai meccaniche ma piuttosto un invito alla contemplazione, al rallentamento, alla percezione del tempo come esperienza dilatata. La composizione si costruisce attraverso la reiterazione modulare di un gesto, come una partitura in cui il tempo si dilata e si frammenta.

Ritorneremo (trovata di portafogli) (2025)
olio su tela / oil on canvas 17 × 12 cm cad. / each
Valerio Nicolai porta all’estremo il paradosso della pittura mimetica e del suo potere di travestimento. Ritorneremo mostra una costellazione di tele piegate in forma di portafogli ritrovati. La pittura si riduce qui a oggetto d’uso, simulacro del valore economico e del mercato che governa l’arte stessa. L’opera diventa allegoria pungente di una produzione artistica trasformata in merce, in feticcio di consumo, pur mantenendo il fragile potere di evocare storie e vite vissute.

Senza titolo (2025)
acrilico su popeline di cotone / acrylic on cotton poplin 34 × 25 cm
Il percorso di Viola Leddi mira a riformulare i codici della rappresentazione. In quest’opera che richiama una lettera d’amore adolescenziale l’artista parte dal rigore cartesiano di un foglio a quadretti per trasformarlo in una griglia fragile, attraversata da simboli, scritte cancellate, una rosa e una falena. Il sistema ordinato della griglia si incrina con l’imprevedibilità emotiva e biologica e la pittura diventa terreno di conflitto tra ordine e caos.

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